lunedì 26 gennaio 2009

Newsletter del 26 gennaio 2009 - Tu sei un Angelo



Un regalo specialissimo per te


UN SAN VALENTINO CALDO?
DIPENDE DA TE “ISPIRATI”

I Sensi della Mela

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Il tempo nel Tempo - La favola della vecchiaia

Voi siete bambini nel tempo che hanno smesso di crescere, la scorza del vostro frutto immaturo si indurisce e avvizzisce, lasciando il frutto del vostro cuore acerbo. Il tempo del vivere avanza incoronando uomini e donne, dei bambini non cresciuti, gli stessi bambini che colti di sorpresa si riconosceranno anziani nello specchio di un vivere che sentono di non aver vissuto sino in fondo.

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E’ grazie di questa Grazia

Il fatto è proprio questo, la tua mente non ha accettato ancora il cambiamento, perciò tutto ti appare un incomprensibile tormento, sei come una farfalla che crede ancora d’essere bruco. Che vola alta e si rammarica perché non riesce più a vedere le piccole pietre e i fili d’erba che caratterizzavano il suo vivere da bruco.

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Un filo essenziale nell’essenzialità dell’Essenza

Ci sono cose che non sappiamo spiegare con la mente,
ma il cuore mi dice che una spiegazione c’è per ogni cosa.

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Semina Cuore

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Sc. 31 gennaio 2009

Manca davvero poco alla scadenza sei ancora in tempo a partecipare, è questo il Concorso che diversi anni fa mi regalò una dose di fiducia per andare avanti in questo campo, una dose che ancora mi gira nelle vene.

Non lasciare nel cassetto
il tuo cuore coperto.

Partecipa anche tu al Concorso Surrentum


Nella vita puoi camminare in due modi, con la mano sul cuore o con la mano sugli occhi, è tua la scelta.

Cleonice Parisi


domenica 25 gennaio 2009

La Favola Vagante del Maestro Ferraro

27 gennaio il “Giorno della Memoria”

“La storia insegna e la memoria vigila, per questo la Repubblica italiana dal 2000 ha istituito il 27 gennaio come il “Giorno della Memoria”, in “ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. Il 27 gennaio è dunque un giorno per non dimenticare la storia, un passato recente e tragico, ma che brucia ancora. E’ necessario ricordare, far ricordare, soprattutto ai giovani.”

Ho accolto con piacere l’invito del Maestro Ferraro ed estendo a Voi il meraviglioso regalo che ha voluto fare ai nostri bambini:

“Solo educando i bambini, si cambiano i grandi”.

A tal proposito il Maestro Ferraro
ha pensato ad un dono per i tuoi bambini,
un dono speciale scaricabile gratuitamente.

Una coloratissima favola, dove una Cipolla viene emarginata e discriminata perché di colore bianco, grassa e fa pure piangere.

“La storia della cipolla del casale”

è una composizione che, usando un linguaggio basato sulla fiaba ed il racconto musicale, è perfettamente comprensibile dai bambini.

NB: troverai oltre al testo in formato pdf, una piccola guida di utilizzazione per insegnanti e genitori, un percorso di 10 disegni da colorare, la marcetta della cipolla in formato mp3:) E……solo un piccolo assaggio, della rivoluzionaria collana per bambini che stiamo avviando io e Marina Argenti “La favola Stra-Vagante”.


Queste pubblicazioni, fanno parte del Progetto educativo “La Favola Vagante”, esse rientrano in una strategia ed un percorso al lungo termine che va dai 4 anni ai 12 anni.

Insieme possiamo sviluppare questo progetto.
Dobbiamo solo farcene carico in prima persona.

Ti consiglio di stampare il PDF dal tuo computer, a fogli singoli, usando una carta di alta qualità da 100 g/m2

Prima stampa “il racconto per immagini”, dopo stampa “pianoforte, percussione e coro”

Dopo, fallo rilegare da un’ottima copisteria anche ad anelli di plastica o meglio ancora di metallo.

Se sei un genitore o un insegnante,
adesso viene la parte più interessante.


Ecco alcuni suggerimenti di utilizzazione per ordine progressivo

I Fase
• Ti consiglio vivamente di essere tu in prima persona a raccontare la storia, tieni presente che per bambini sotto gli otto anni puoi raccontare la storia anche a puntate. (Se puoi, fai le voci dei vari personaggi; provaci i bambini apprezzeranno).
• Cantagli le relative canzoni usando le basi musicali professionali, ma………… fallo in modo coinvolgente.
• Per le marcette, puoi metterti il bambino sulle spalle a marciare insieme a lui (se è abbastanza piccolo), se è più grande puoi organizzare un bel trenino.
• Per le melodie che non hanno carattere marziale, inventati lo stesso qualche piccolo coinvolgimento motorio o qualche semplicissima coreografia.
• Possono accompagnare le melodie con piccoli strumenti a percussione(tamburello, triangolo, reco reco, legnetti ETC)

II Fase
• Puoi raccontare una seconda volta ma, adesso puoi collegare e illustrare il racconto con le relative immagini

III fase
• Questa è la fase in cui i bambini possono usufruire del racconto per immagini da soli, potranno: leggere il racconto, colorare i disegni, ascoltare le canzoni, cantare sulla basi professionali

NB è consigliato riservare la III fase tra i 7/11 anni

Come si impara a parlare, così si può imparare qualsiasi cosa ma…devi essere tu genitore a farlo, poi viene la ripetizione continua, sempre da parte tua.

Dopo i bambini impareranno per imitazione!!!

Questo è il modo migliore per insegnare/imparare ed è il metodo della madre lingua di SHINICHI SUZUKI*

*Vedi “Crescere con la musica” di SHINICHI SUZUKI
EDIZIONI CARISCH

Il tempo nel Tempo - La favola della vecchiaia

Il tempo nel Tempo - La favola della vecchiaia


Ero appena entrata in quella galleria d’arte insieme a tanta gente, quando la mia attenzione si fermò su un quadro il cui titolo era: “Il tempo nel Tempo”, restai fortemente attratta dal titolo e solo dopo presi ad osservare con attenzione il dipinto.

Si trattava di un orologio sospeso tra terra e cielo, un soggetto semplice e il significato facile da intuire, l’orologio indicava il tempo umano scandito dalle lancette, che a me diedero l’idea d’essere ferme da sempre, mentre il cielo e la terra indicavano il Tempo della Vita, un vento che non conosce sosta.

“Il tempo nel Tempo”, scontato - dissi con voce interiore o per lo meno credetti di averlo detto con la mia voce di dentro, quando improvvisamente un uomo al mio fianco disse:

Scontato proprio non direi, nessun dipinto è scontato.

Ma da dove era uscito quell’uomo pensai, non mi ero proprio accorta della sua presenza al mio fianco, dovevo essere completamente persa nel dipinto per non averlo notato. E l’uomo come se avesse ascoltato l’intero mio dialogo di dentro, disse:

A volte capita di perdersi in alcuni dipinti.

Mi voltai col volto evidentemente sorpreso e l’uomo disse:

Attenta in questa galleria i tuoi pensieri hanno eco, essi passano di quadro in quadro per arrivare sino al centro del mio cuore.

Del tuo cuore? Eco? Ma cosa dici?

Dissi preoccupata e ansimante ed improvvisamente le serrande della galleria calarono intrappolandomi in quel posto.

Cosa succede? Fammi uscire!

Urlai correndo verso l’uscita ormai chiusa dalla serranda, era tutto buio e la voce dell’uomo disse:

Il mio nuovo dipinto avrà la tua faccia.

Fammi uscire da qui!

Dissi in preda ad una crisi isterica, sbattendo con forza le mani contro la serranda, speranzosa che qualcuno udisse il mio grido disperato.

Non ti sentirà nessuno come vedi la galleria è vuota, ed anche la strada lo è.

Ma come è possibile che la galleria sia vuota, entrava tanta gente nello stesso momento in cui ci ho messo piede io, ed ora improvvisamente non c’è più nessuno?

Dissi sbraitando.

Erano persone senza anima, a me interessavi tu.

Io?

Solo tu hai preso ad osservare un dipinto che non ho ancora fatto.

Parli del dipinto che ritraeva l’orologio sospeso tra cielo e terra? Io l’ho visto chiaramente, come puoi dire di non averlo ancora fatto?

Appunto quel quadro non l’ho ancora realizzato, ma tu lo hai visto.

L’uomo prese un pennello e dei colori e mi condusse per mano attraverso il buio della galleria, sino ad una tela candida e illuminata da un tenero bagliore di luce, dicendo:

Dipingiti!

Ma io non so dipingere, non sono un artista.

Dissi.

Ogni uomo è un artista, ogni uomo dipinge quel che vede nel suo cuore, dipingi quello che tu vedi nel tuo.

Presi il pennello e incominciai a dipingere un arcobaleno.

Ho finito dissi nel consegnare il pennello all’uomo, e lo stesso mi disse:

Guarda!

La tela era mutata, l’arcobaleno che avevo dipinto ora si trovava sul quadro che avevo visto entrando, tra il cielo e la terra, sopra l’orologio.

Ma questo è il dipinto che tu dici di non aver ancora fatto? E come ci è finito sopra il mio arcobaleno? Io l’ho disegnato su una tela bianca!

Osservalo meglio.

Presi a guardarlo con più attenzione e poi voltandomi verso l’uomo dissi:

Strano ma ora sembra che le lancette dell’orologio si muovano.

E l’uomo nel sorridermi disse:

Non esiste vita scontata, portate alla luce il disegno della vostra anima e le lancette del tempo cominceranno a scorrere attraverso il tempo della Vita, perché la stessa diventi armoniosa danza, e non solo cieca speranza.

Voi siete bambini nel tempo che hanno smesso di crescere, la scorza del vostro frutto immaturo si indurisce e avvizzisce, lasciando il frutto del vostro cuore acerbo. Il tempo del vivere avanza incoronando uomini e donne, dei bambini non cresciuti, gli stessi bambini che colti di sorpresa si riconosceranno anziani nello specchio di un vivere che sentono di non aver vissuto sino in fondo.

Fate che il vostro tempo danzi in armonia col tempo della vita, affinché nel crescere fuori siate cresciuti anche dentro, solo così ci sarà armonia, e l’età che avanza invecchiandovi non vi sorprenderà. Come uomini maturi con una visione adulta, giungere alla porta di una dimensione diversa. E quando sarete giunti a quella porta, essa non vi apparirà come un grande portone a cui prostravi in attesa di giudizio, ma come un semplice uscio da varcare, nella vastissima casa della vita.

La vita suona un armoniosa melodia e voi siete lo strumento che stona ogni nota, imparate a suonare la sua musica, e diverrete parte del grande concerto del vivere.

Portate alla luce il disegno della vostra anima, e l’orologio del cuore incomincerà a segnare il tempo della vera Vita.

Sorrisi a quelle parole, poi ripresi dalle mani del pittore il pennello, dicendo:

Permetti che ci faccia un ritocchino?

Fai pure.

Disse l’uomo sorridendo.

E dipinsi un bellissimo e grandissimo sole in quel cielo.

E l’uomo disse:

E’ qualcosa che hai scorto nel tuo cuore?

No è quello che ci ho visto fuori.


mercoledì 21 gennaio 2009

Un filo essenziale nell’essenzialità dell’Essenza - Favola

Il meraviglioso mondo di Laura Medei

Un filo essenziale nell’essenzialità dell’Essenza

“Ci sono cose che non sappiamo spiegare con la mente,
ma il cuore mi dice che una spiegazione c’è per ogni cosa.”

La fiera del paese era iniziata, tra musica e canti, ogni negoziante aveva allestito un festoso bancone nella piazza principale:

Bambina serviti pure da questo banco, quel che ancora ti fa gola!

Disse un pasticciere ad una piccola bambina che passava affamata lì nei pressi.

La bambina guardò attentamente tutte quelle leccornie, e poi tristemente si girò per andarsene.

Bambina!

Gridò il pasticciere.

Sei debole, denutrita e non hai allungato la mano su nessuno dei miei meravigliosi dolcetti.

La bambina lo guardò negli occhi e tra le lacrime silenziose del suo cuore disse:

Non più di quel cibo io mi nutro.

Il pasticciere restò a dir poco basito dalla sua risposta, e impietosito la raggiunse con in mano un piccolissimo cioccolatino avvolto in una carta dorata, e porgendoglielo disse:

Piccola conservo questo cioccolatino, ormai da tanto tempo: ero nel mio negozio venti anni fa all’incirca, improvvisamente il campanellino che avevo messo sulla porta suonò, il mio sguardo si sollevò immediatamente dalla scodella in cui stavo montando a neve degli albumi, e con sorpresa constatai che non c’era nessuno, attribuì immediatamente il vibrare della campanella a qualche moto d’aria anomalo, e mi rimisi a montare l’albume, improvvisamente una voce alle mie spalle disse:

Verrà da te una bambina affamata e alla tua mensa non troverà alcuna clemenza, la vedrai sorreggersi a stento trasportata da un solo vento, il suo eterno tormento.

Mi voltai immediatamente e vidi mio padre, il mio caro padre che mi aveva ahimè lasciato tanti anni prima. Ero senza parole come inebetito, lui mi prese la mano tra le mani, ricordo ancora il suo calore, l’ odore acre del suo dopobarba economico, e dentro vi depositò questo cioccolatino, dicendo:

Tu le racconterai questa storia nel darle il cioccolatino. Non dimenticarlo è importante.

Nello stesso istante il campanellino della porta suonò ed io per non so quale forza misteriosa mi girai a vedere chi era entrato e nel voltarmi di nuovo mio padre era sparito.

La bambina sorrise nel prender il cioccolatino dalle mani del pasticciere.

Grazie signore lo prendo e lo mangerò, ci sono cose che non sappiamo spiegare con la mente, ma il cuore mi dice che una spiegazione c’è per ogni cosa.

Brava piccola! Mangialo.

La piccola aprì la carta stagnola del cioccolatino e lo mangiò senza particolare golosità, lo fece sciogliere nella bocca delicatamente, poi salutò il pasticciere con una carezza e riprese il suo sentiero.

Improvvisamente la dolcezza del cioccolatino, fu come assorbita dal suo essere, e la stanchezza prese a dissolversi, come brina al contatto col primo sole.

La piccola incominciò a sentirsi meglio, persino a saltellare per la gioia e il pasticciere che non si era allontanato da lì, nel vedere il miracolo di quel sorgere di vita, le corse incontro chiedendole:

Ora mi dici chi sei? Perché mio padre è sceso dal cielo per te, chi sei?

Disse in modo delicato ma insistente.

La piccola sorrise dicendo:

Ci sono cose che non sappiamo spiegare con la mente, ma il cuore mi dice che una spiegazione c’è per ogni cosa.

Il pasticciere le carezzò il capo dicendo:

Piccola hai ragione, io ho fatto quello che avevo promesso a mio padre.

E la piccola continuò dicendo:

Ed io ora farò quello che ho promesso al mio. Ogni vita è un filo essenziale nell’essenzialità dell’Essenza è questa la sola e unica verità che non mi spiego con la mente, ma il cuore mi dice che è così.

domenica 18 gennaio 2009

Newsletter del 19 gennaio 2009 - Solo a domanda risposta

Solo a domanda risposta

Solo a domanda,
darai risposta.

Non anticiperai risposta
a chi la domanda non si è posta.

Non cerca cibo
chi non ha sentito fame;

Non cerca acqua,
chi non ha patito sete;

Solo a domanda,
darai risposta.

Non cerca luce
chi non ha scorto
il proprio buio;

Non cerca ragione
chi non ha toccato
la propria prigione;

Solo a domanda,
darai risposta.


Sc. 31 gennaio 2009

Manca davvero poco alla scadenza sei ancora in tempo a partecipare, è questo il Concorso che diversi anni fa mi regalò una dose di fiducia per andare avanti in questo campo, una dose che ancora mi gira nelle vene.

Non lasciare nel cassetto
il tuo cuore coperto.

Partecipa anche tu al Concorso Surrentum


Così come vi avevo anticipato nella scorsa newsletter
ecco a Voi l’ultimo libro di:
Salvatore Esposito

I Sensi della Mela

Antò fa freddo?
Regalale un po’ di calore. Chissà che non si “riscaldi”.

qui

per saperne di più


Il meraviglioso mondo di Laura Medei

LA GRANDE MANO

L’umanità è un solo essere ed ogni sua cellula dovrà camminare verso la grande porta. Il tuo sacrificio è valso oro, ogni lacrima versata nell’incomprensione di un oscura profezia aveva a cuore il vivere di tanti, ogni creatura ricorda, merita di varcare questa soglia.

QUI



La Malattia di Vivere

Non importa quale sia il motivo, o come sia potuto accadere, ma tu sei una farfalla. La notte non è adatta alle tue ali delicate, al tuo nutrirti di luci e colori, tu soffri tanto perché questo non è il tuo luogo. Vivi la notte, ma dovresti vivere il giorno.

QUI


Il meraviglioso mondo di Laura Medei

La Leggenda del Mare di Lacrime

L’angelo guardò per un ultima volta quel mare di lacrime, che lo aveva condotto sino alla sua spiaggia, cercò all’orizzonte il vascello con il quale aveva affrontato mostri marini, feroci tempeste, tante notti senza luna, e pianse al ricordo del dolore, pianse talmente tanto da impregnare tutta la sua già logora veste.

QUI


Metti amore in ogni cosa, e della vita sarai l’eterna sposa, il cielo mai riposa ogni momento è insegnamento, in ogni sorriso il paradiso, è tu ne sei il messo, comincia adesso. :) )))

Cleonice Parisi

martedì 6 gennaio 2009

La Culla - La favola della comprensione

La Culla

Scendi dalla culla creatura ed entra di diritto nel sacro vivere!

Il sacro vivere? E di che si tratta? Vuol dire che il mio vivere sino ad oggi era la culla? E se questa era la culla, posso immaginare il vivere vero, e sai che ti dico: io da qua non mi muovo!

SCENDI!!!!

Ordinò la voce nel farsi grossa.

Quella che tu chiami culla, voce, è stato il mio inferno, ma ciò nonostante preferisco restare qui, e non andare ad esplorare luoghi ancora peggiori. Non scendo!!! Capito non scendo!

La voce prese a ridere nel dire:

Chi decide quando un uovo dovrà schiudersi , o quando un fiore dovrà sbocciare, o quando un bambino nascere? Rispondi creatura?

Bhè non so, forse il tempo?

Può il pulcino rifiutarsi di uscire, il fiore negarsi al suo sbocciare, il bambino non voler nascere?

Certamente che no!

Rispose la creatura pensierosa e poi disse:

Con questo cosa vuoi dire, che non potrò rifiutarmi di scendere dalla culla?

Esatto!

E se non volessi scendere e mi opponessi con tutte le mie forze?

Chiediti e risponditi:

Che futuro ha un pulcino che non esce dall’uovo, un fiore che non si schiude, un bambino che si attarda nel grembo materno?

La creatura si rattristò, la risposta era più che esaustiva, nel rimanere nella culla sarebbe morta, decise allora per forza di cose di scendere e di avventurarsi in quella nuova esistenza.

Voce io sono scesa dalla culla, forniscimi scudo e spada, affinché possa combattere contro i miei nemici, quando ero nella culla ho conosciuto devastanti flagelli ed ora so che mi spetta molto di peggio.

Creatura sicura che fossero flagelli? O…???

La creatura guardava nel suo cielo, la luce era intensa la voce proveniva da lì, ma proprio non riusciva a scorgere da dove.

Continua nel dire voce, o…cosa?

E la voce disse:

O …forse era la tua piccola comprensione ad alterare il tuo guardare? Eri nel culla perché troppo piccola per camminare, troppo immatura per viaggiare, la vita attraverso gli occhi di chi è ancora immaturo prende colori irreali.

La visione di chi si affaccia alla vita non è supportata dalla conoscenza, ma cresce in base alle esperienze , quelli che voi chiamate errori noi li chiamiamo i maestri, e quelli che voi chiamate dolori noi le chiamiamo lezioni.

La creatura prese a camminare in quel mondo nuovo, senza armi ma pregna di conoscenza, la conoscenza acquisita nella culla, ed ora che camminava con i suoi piedi, si rese conto che la vita non era un incubo. Ogni elemento del vivere, ogni circostanza, apparteneva ad un grande puzzler che la sua stessa mano, stava completando istante dopo istante, semplicemente vivendo. Con grande entusiasmo, prese a procedere nella vita e laddove scorse culle non mancò mai di dire:

Voi li chiamate errori noi li chiamiamo maestri, voi li chiamate dolori noi le chiamiamo lezioni, uscirete dalla culla così come pulcino esce dall’uovo, così come fiore sboccia al cielo, così come bambino viene alla luce, voi uscirete dalla culla quando maturo sarà il vostro essere.

domenica 4 gennaio 2009

Tu vedrai il tuo Solstizio- La favola dell'Ombra

Tu vedrai il tuo Solstizio

Riuscirai a vedere i fiori del tuo meraviglioso giardino!

Chi parla?

Sono l’ombra del tuo esistere.

Maledetta, allontanati da me, è da una vita che mi comandi.

Sei in errore Corpo io non ti comando, io da te dipendo.

Dipendi? Ne ho sentite di sciocchezze durante la mia esistenza, ma questa le supera tutte.

Il corpo nel parlare continuava a camminare, e la sua ombra con lui.

Guarda da dove nasco?

Disse poi l’ombra.

Il corpo fece per calare gli occhi ai suoi piedi e vide che l’ombra nasceva proprio da lì, i suoi piedi ne erano la radice.

Come vedi con i tuoi stessi occhi, io nasco proprio dai tuoi passi.

Il corpo era stanco di sentir parlare la sua ombra e con rassegnazione disse:

Va bene, ma ora torna nel tuo silenzio, da qualsiasi parte tu provenga, tanto so che non mi lascerai mai!

Ne sei proprio sicuro?

Rispose l’Ombra.

Avresti da dirmi altro?

Disse il Corpo.

Non credo che occorrano parole, dovresti già saperlo: che un oggetto messo di fronte a una fonte di luce proietta la sua ombra, mentre lo stesso oggetto lasciato in una stanza completamente buia non proietta ombre.

Certo è una delle prime cose che mi hanno insegnato.

Corpo tu lo hai compreso a livello fisico, ma hai mai provato a proiettare la stessa legge nella vita del tuo spirito?

Nella vita dello spirito? Intendi il mio cammino di vita?

Si, il sentiero che si intraprende nel nascere, quando si nasce nel mondo fisico siete soliti dire: “Venire alla luce”, e tu credi che quelle parole siano un caso?

Ma dai ombra è logico, un bambino per nove mesi vive rinchiuso in una sacca nel buio del pancione, venire alla luce, vuol dire nascere alla luce del sole.

Verissimo corpo, ma questa è la legge fisica, prova anche in questo caso a proiettarla nel mondo dello spirito.

Vedi il tuo problema sta nel fatto che cammini con gli occhi immersi nella tua ombra, senza comprendere che se scorgi l’ombra, è solo perché il tuo Sole è sorto. Voltati verso la luce e perditi nella sua immensità, invece di vagare smarrendoti al confronto di una piccola e fugace ombra. Se esisto è solo perché sei illuminato dal Sole. Procedi fiducioso nel tuo domani, il Sole della vita quando sorge non muore, ti annuncio il tuo Solstizio.

Il corpo era cullato dalle parole della sua ombra e prese a riflettere silenzioso.

Corpo ricorda nella notte non scorgevi neppure te stesso,
oggi possiedi la dimensione di te.

Guarda nel cielo del tuo spirito il Sole albeggia. Io sono solo l’ombra della tua alba, ma abbine certezza così come accade nel mondo fisico dopo l’alba, viene il completo sorgere del Sole. Tu vedrai il tuo Solstizio. E alla sua luce piena che delle ombre non ascolterai più sentenza, ma avrai di te la tua piena coscienza e valenza.

Il corpo, guardò la sua ombra seguirlo nel passo, e al suo fianco vide tanti corpi camminare ancora nel buio della vita, e chiese:

Perché? Se ogni vita nasce per venire alla luce, ci sono tanti corpi che ancora camminano nella notte?

Perché ogni vita ha la propria dignità, ogni corpo segue un sentiero diverso, ogni corpo è un artista che scolpisce la sua pietra, è un artigiano che plasma il suo vaso, è un pittore che dipinge il suo affresco, ogni corpo ha il suo sentiero, il suo sole, i suoi tempi, ma questo Sole che tu oggi vedi imperarti sull’anima, lo vedranno tutti.

Il corpo ora si sentiva meno triste, e con gli occhi nel Sole proseguì a camminare sul suo sentiero e un quando un giorno si chinò per raccogliere un fiore del suo giardino, cercò con lo sguardo la sua ombra e nel non trovarla più, capì che il suo Sole era altissimo. Era finalmente giunto il tempo del suo Solstizio e la luce lo rivestì di gloria.


venerdì 2 gennaio 2009

Le filastrocche della Befana

Io la Befana aspetto!!!

Non si chiude haimè
il tuo occhietto
non hai sonno frugoletto?

Te l’ho detto e poi ridetto
solo se ti metti a letto
e poi chiudi ben l’occhietto
la Befana da sopra al tetto
scenderà sino al tuo letto.

Ho sentito già un rumore,
presto dormi forza amore.

Una calza colma, colma
di dolcetti assai adorna,
ma ti prego tu prometti
che non riaprirai gli occhietti.

Dormi amore della mamma
tu fai presto ninna nanna
la Befana lontan non è
forse è già vicina a te.

Ecco avanza la Befana


La Befana,viene e avanza,
sotto braccio alla speranza,
intonando un solo suono

“Ogni Bimbo al Mondo è Buono”.

E’ nel cuore dei piccini
che più acceso è questo fuoco
ma davvero basta poco,
forse men che una scintilla,
ad accendere nei grandi
quella stessa Meraviglia.

Ecco avanza la Befana
la sua corsa non sia vana,

lascia aperto il cuore al dono
anche tu sei un bimbo buono.