domenica 17 dicembre 2006

L'Albero della Coscienza

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Tu contadino, pecchi di disistima, e questa tua bestemmia sarà punita mille volte dal cielo, sino a quando non avrai trovato in te stesso le radici di questo albero che ora ti parla.

L’Amore genera Amore, l’Odio genera Odio, prova a piantare semi di lenticchie e non attendere che nascano fagioli. Non ti stupisca oltre una delle leggi del vivere:
“Raccoglierai ciò che avrai seminato”.
Saggio albero, che si staglia al cielo con i suoi alti rami, la tua saggezza nasce da millenni di conoscenza, ed io che sono un semplice contadino, non possiedo la luce che illumina la tua mente e il tuo cuore, pertanto concedimi di sbagliare.
Tu contadino, pecchi di disistima, e questa tua bestemmia sarà punita mille volte dal cielo, sino a quando non avrai trovato in te stesso le radici di questo albero che ora ti parla.
Il contadino si sentiva ferito nell’onore, a gentile parola l’albero aveva risposto con offesa.
Cosa dici albero malefico, quale maledizione stai lanciando a questo povero e umile contadino che solo per stanchezza ti ha chiesto riparo.
Contadino della tua umiltà usi farti scudo per non riconoscerti responsabile delle tue azioni. Ricorda sino a quando non avrai usato la vanga con la consapevolezza d’essere tu la mano che l’affonda nel terreno, il cielo che ti sovrasta continuerà a lanciarti nefasti presagi.
Solo quando con coscienza riconoscerai il tuo impegno nei confronti del vivere, il cielo che ora temi diverrà la tua casa.
Maledetto sia tu albero del male che mi parli con tale ardire, io spezzerò le tue radici con le miei mani, affinché le tue malefiche parole abbiano a cessare.
Uccidi pure questo albero, e mille altri alberi nasceranno da questa stessa terra a parlarti, ma ahimè il tuo orecchio non potrà più udirli, e quel giorno la fine busserà alle porte della tua vita.
Il contadino prese a scavare tutto attorno all’albero un fosso molto profondo, prendendo poi la vanga, deciso a spezzargli le radici.
L’albero in quei momenti non emise più parola e il contadino disse:
Stai per morire albero del male, e con te la tua parola.
Povero sciocco, nello stesso momento in cui io cesserò di parlare tu avrai firmato la tua condanna a morte, senza il pungolo del mio dire tu non avrai alcuna speranza di farcela, e la vita diverrà per te una valle di lacrime.
Taci!!!
Urlò l’uomo con rabbia.
Sei tu la causa delle mie lacrime, quando mi annunci dolore e lacrime da quel cielo che non posso combattere.
Fa ciò che hai deciso di fare, i miei rami già carezzano il cielo, non temo la morte, io mi risveglierò.
Il contadino con una violenza inaudita tagliò le radici del grande albero facendolo perire, e riprese a vivere la sua vita, senza la sua più grande ricchezza la coscienza. Perchè quell’albero era la sua coscienza, quella vocina instancabile divisa tra terra e cielo, l’unica ancora di salvezza alla luce della vita.
Ed ora la sua vita priva della coscienza divenne un errore dopo un altro, le sue mani seminarono gramigna con la speranza di raccogliere grano, raccolse gramigna e cercò di spacciarla per grano. La sua povertà di spirito gli scavò la fossa, e quando la morte giunse a prenderlo, i suoi occhi si chiusero davvero per sempre.
Gli uomini privi di coscienza non si risveglieranno.

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