domenica 10 agosto 2008

Ad un Soffio dal Cuore


Ad un Soffio dal Cuore

Il giardino era lì ad un soffio dal cuore…

E’ a un soffio, è a un soffio.

Sussurravano gli angeli dal cielo.

E’ a un soffio!

Confermarono le stelle.

E’ a un soffio!

Dissero le nuvole.

Ma chi doveva accogliere il soffio, sembrava non poter ascoltare le conferme che il vivere le dava in ogni sua manifestazione, distratta com’era dall’insensato vociare di un gruppetto d’oche a lei vicine.

Guardatela quante arie si da, piccola scendi dalle nuvole, vieni a vivere in terra.

Gridavano le oche.

Chi credi d’essere, noi siamo “oche” ma tu sei una “gallina”, e non sei migliore di noi.

Ti tocca razzolare con noi in questo letamaio, vieni unisciti a noi che aspetti.

La pennuta sentiva le loro voci giungere dal pollaio, ma sentiva anche altre “voci”.

Le parole: “Sei a un soffio” si alternavano a “Sei una gallina”.

Confusa come non lo era mai stata, prese ad allontanarsi dal pollaio, e a dirigersi verso le sconfinate praterie al di fuori del recinto, e quando fu lontana dalle parole del mondo, ascoltò quelle del cielo.

Sei a un soffio!

Ripetè la voce di un fiorellino tutto il creato aveva una sola voce e un solo messaggio.

E la pennuta si sedette stanca in attesa che il soffio la raggiungesse.

Che aspetti colma la distanza!

Aggiunse il fiore.

Ancora???

Rispose ormai priva di forze la pennuta.

Ancora cammino? Io sono stanca!!!

Stanca?

Rispose sorpreso il fiore.

Non puoi essere stanca ora inizia il vero cammino!

Il vero cammino? Ma io vorrei fermare il passo, vorrei godere del giardino, posso fermarmi lì?

Canterò come promisi…

Ma il tuo cammino non si limiterà a ciò, tu dovrai fare altro.

Altro? E cosa…???

Disse con estrema preoccupazione la pennuta.

Chi giunge, ha tra le mani una chiave per aprire una porta.

Una porta? Una chiave? Che dici io non vedo porte e non possiedo chiavi.

Disse con fermezza la pennuta.

E il fiorellino giulivo aggiunse:

Cara è una porta invisibile, e pertanto ci vuole una chiave che sia altrettanto invisibile.

Ma scusa se la porta è invisibile e pure la chiave, dimmi tu come faccio io ad aprire questa “benedetta” porta.

Il fiore prese a ridere a crepapelle e poi rispose:

Tu sei la chiave e la porta è la tua vita.

La pennuta carezzò il fiorellino dicendo:

Grazie le tue parole mi incoronano, ma è giunto il tempo che io faccia ritorno nel pollaio tra le mie sorelle, è quella la mia realtà, e nel dirlo fece per voltarsi indietro. Ma la strada ora era diversa, e all’orizzonte non c’era più il pollaio ma un meraviglioso castello illuminato a festa. La pennuta era confusa, e ritornò a guardare fiorellino, ma anche lui non c’era più e al suo posto c’era un imponente albero.

Fiorellino dove sei finito?

Sono qui!

Rispose l’Albero.

Sei ad un soffio, colma la distanza e apri la porta.

La pennuta raggiunse il castello in pochi momenti quasi volando e quando ne varcò la soglia la musica ebbe inizio, una musica che l’accompagnò per tutta la vita.

Gallina, oca, aquila, passerotto, ogni uomo è un pennuto, segui il cammino del tuo cuore e conserva quelle ali, un giorno sarà con quelle ali che volerà il tuo angelo.

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