venerdì 15 agosto 2008

L'Abito di Carne


“…ed in quel momento solo in quel momento,
si potè osservare la Luna e il Sole tenersi per mano
e danzare al cospetto del mondo.



L’Abito di Carne

Una creatura rivolgendosi al Padre disse:

Vado a passeggiare per la Vita, posso prendere in prestito un abito di carne?

Certo!

Rispose con un grande sorriso il Padre, e aggiunse:

Me la faresti una grande cortesia?

Disponi pure di me!

Disse mettendosi sugli attenti la creatura.

Prendi uno di quei piccoli fiaschi che riposa sotto quell’albero di Fico, e portalo con te durante la passeggiata, se lungo il cammino dovessi trovare una sorgente di acqua viva, riempilo ne sarei enormemente felice.

La creatura, non fece neppure finire di parlare suo Padre, che corse a prendere il piccolo fiasco e scese al vivere per passeggiare con grande entusiasmo.

Il mondo aveva tante luci, tanti colori e tanti tantissimi cuori vi passeggiavano, la creatura aveva indossato il suo abito di carne e camminava tra gli altri senza mai dimenticare la promessa fatta, riempire quel piccolo fiasco di acqua viva era per lei la sua missione.

Ma anche se la terra era ricca d’acqua, ogni fonte raggiunta non la dissetava, ma la creatura non sarebbe tornata indietro senza riempire il suo fiaschetto, era tra gli esseri più tenaci e testardi che il creato avesse generato.

Spostò montagne, rivoltò fiumi, navigò mari oscuri, scavò profonde pozze, ma niente, non riuscì a trovare nulla, e nessuno sembrava poterla aiutare, tutti dicevano, vai di lì, passa di qua, trova il fiore dai sette colori, segui le stelle, fai la croce tre volte, fa sacrifici, bevi pozioni, e lei fece ogni cosa nella speranza, ma senza alcun risultato.

Poi un giorno un mendicante per strada nel guardarla camminare stanca con quel fiaschetto vuoto sotto il suo esile braccetto, ne ebbe un infinita pietà e la fermò dicendo:

Piccola creatura ma tu non eri scesa per passeggiare? Ed invece mi sembri reduce da una battaglia, che ti è accaduto!

Non Voglio tornare a casa senza aver riempito il fiasco per mio Padre, ma ho percorso tante strade e nessuna mi ha portata alla sorgente d’ acqua viva, sono triste e delusa di me stessa!

Spiegami creatura cos’è questa sorgente d’acqua viva, potrei aiutarti sapendo bene di che si tratta?

Hai presente quella sorgente che ti disseta, e che non ti fa più avere sete? Qui nel mondo esistono tante sorgenti ma sono tutte false, arrivi a dissetarti ed un attimo dopo hai di nuovo sete, io le ho provate tutte sul mio abito di carne, ma sono ancora assetata. Come faccio a tornare a casa senza aver riempito il fiasco per mio padre, io non voglio deluderlo.

La creatura chinò il capo e prese a piangere calde lacrime disperate. Il mendicante, le si avvicinò e mentre le carezzava con una mano il capo, con l’altra le sfilò gentilmente il fiasco da sotto il braccio e prese a riempirlo delle sue lacrime.

La Creatura, rialzò lo sguardo incredula e nel dolce mendicate vi riconobbe suo Padre.

Padre non sarei tornata se non avessi trovato la fonte, volevo strapparti un sorriso.

Disse abbracciandolo con amore sconfinato.

Creatura cara, ogni abito di carne racchiude un fiasco da riempire, gli occhi cercheranno nel mondo esterno la fonte che disseta l’arsura della vita, trovando solo oasi momentanee, è quella sarà la palestra che vi aiuterà a riconoscere la sorgente di acqua viva, la fonte che eternamente disseta è nel vostro cuore. Sapevo che non ti saresti arresa!

Aggiunse con profondo orgoglio suo Padre.

Padre ma tu sorridi!!!

Disse la creatura con emozione, e il Padre sorpreso le chiese:

Come fai a saperlo!

Guarda il cielo!

Rispose la creatura, ed in quel momento solo in quel momento, si potè osservare la Luna e il Sole tenersi per mano e danzare al cospetto del mondo.

Padre tu hai sorriso e il creato come uno specchio ha riflesso la tua gioia. Grazie, ora posso restituirti l’abito di Carne, torniamo a casa.


Mi ritorna in mente una favola di qualche tempo fa che parla delle passioni come strada per raggiungersi:

Sino al deserto e oltre

Tu sei in errore, le passioni non sono il motore del vivere, ma ne sono i maestri, quando l’uomo avrà superato tutte le sue passioni, si troverà a vivere nel mondo senza attaccamenti ed è allora che incomincerà a vivere davvero. Quel distacco che tu senti come morte, altro non è che un trampolino di lancio verso il vero vivere.

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