mercoledì 29 ottobre 2008

Il frutto buono - Favole

Il frutto buono

Stavolta sono stanca basta!

Disse una mela all’albero.

Lasciami cadere!

Il nulla è meglio, del patire questo dolore, guarda questo verme che lentamente mi sta divorando, mi fa male, fa che io non assista a questa crudeltà, fammi cadere prima.

La mela parlava con disperazione al suo albero, ed improvvisamente il bruco che la divorava prese a parlarle.

Scusa ma parli di me? Sarei io l’essere immondo che ti porta tanta disperazione?

Il bruco prese a grattarsi il capo con la sua piccola manina, come incredulo all’affermazione della mela.

Si, sei tu malefico verme delle tenebre, che minacci la mia esistenza, possa tu bruciare nel fuoco dell’inferno per il male che mi stai facendo patire.

Gentile mela, vorrei precisare che non sono affatto un verme oscuro, ma un simpatico e giocondo bruco, la mia natura è ben diversa da quel che credi, io sono destinato a divenire farfalla e non voglio si confondano le cose. Spero ti sia chiara la distinzione, sono un bruco e non un verme, intesi???

Disse il bruco profondamente risentito e poi aggiunse:

Per il resto anche volendo non potrei scusarmi con te, io sento semplicemente fame e da qualche parte devo pur trovare cibo?

Bruco o verme non conta per me, conta solo il dolore che mi procuri ogni qualvolta che apri la bocca per mangiare, devi convenirne.

Fu in quel momento che la mela fu colta da una mano.

Bella questa mela!

Disse una voce.

L’hai colta papà, ma era già matura?

Si maturissima pensa che era talmente dolce e succosa che un bruco se la voleva mangiare! Guarda il buchino?

E fece per mostrare alla figlia il piccolo foro sulla mela.

Figlia mia, ti sei mai chiesta come un buon contadino distingua un frutto buono da uno non buono?

Dal colore della buccia papà, o forse dalla dimensione del frutto?

No piccola un frutto buono si distingue dagli altri, perché maggiormente attaccato dai predatori.

Perché?

Perché la natura è un grande e solerte contadino e sa riconoscere i frutti buoni prima di chiunque altro, ed io non faccio altro che seguirne i segnali.

Ma papà quella mela aveva un bruco dentro che le divorava il cuore? Pensa a quanto ha sofferto.

Si lo so piccola ma vedi senza quel bruco io non avrei saputo che questa mela tra tante era speciale.

Ora c’è la mangiamo!

Disse il padre.

E il bruco?

Lo togliamo logicamente!

Papà non lo uccidere è tanto carino.

Disse la bambina mentre osservava piena di meraviglia il bruco camminarle sul dito.

No piccola che dici, io uccidere un essere vivente non sia mai detto. Tutto nella vita ha la sua competenza e questo piccolo e grassottello bruco ha solo dato realizzo alla sua natura.
Rimettilo sull’albero, saprà dove andare.

La Bambina prese il bruco e lo appoggiò con delicatezza su un ramo dell’albero, mentre il papà aveva già sbucciata la mela.

Buonissima!!!!

Esclamò la bimba estasiata, dopo aver dato un solo morso alla mela.

Avevi ragione non ho mai mangiato una mela più dolce di questa, quante cose ci insegna la natura.

Disse poi sospirando la piccola.

Vero piccola mia, talvolta basta semplicemente saper guardare.

E fu così che l’uomo “riconobbe” il frutto buono, quello che nel cuore aveva il suo dolore.

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