giovedì 6 novembre 2008

Il buio degli inferi - Favola

Il buio degli inferi

La notte era buia, la carrozza frenò bruscamente sulla terra umida lasciando scendere una donna dai lunghi capelli che la coprivano interamente. I raggi della luna la illuminarono mentre la carrozza si allontanava lentamente.

Hai con te la perla?

Si ho portato la perla!

Rispose la donna.

Sono pronta allo scambio.

Donna fa che io possa ben vedere quella perla da vicino, voglio saggiarne la bontà, scendi qui giù sino agli inferi.

Questo non era nei patti! Mi dicesti portami la perla del tuo cuore, ed io libererò la tua anima.

I patti sono fatti per esser disfatti mia cara, ora decidi, o scendi giù negli inferi o puoi tornatene indietro tu e la tua perla.

E la mia anima?

Disse la donna presa dal terrore.

La tua anima resterà laddove è da sempre, nel buio degli inferi.

La donna capì di non avere scelta, e disse:

Indicami la strada per raggiungerti.

Il cielo fu aggredito improvvisamente da nuvole nere, e un lampo violentissimo spaccò in due un albero secolare proprio di fronte ai suoi occhi.

Alla base dell’albero troverai una lunga scalinata percorrila tutta e ti troverai di fronte ad una porta.

Disse la voce oscura.

La donna prese a percorrere la scalinata senza paura, era figlia della morte ed ora semplicemente scendeva a conoscerla.

Giunta nella sua estrema profondità, si trovò di fronte ad una porta chiodata gigantesca. L’inferno doveva essere abitato da giganti pensò, e sentendosi piccola come una formica bussò per entrare rassegnata alla sua fine certa.

Il portone si schiuse lentamente e vi si addentrò con circospezione, lanterne ad altezza umana erano disposte un po’ dappertutto e questa cosa la insospettì:

Come mai dei demoni tanto grandi, mettessero lanterne ad altezza delle loro caviglie? La cosa era a dir poco curiosa.

Vieni avanti!

Disse la voce e la donna, coprì rapidamente la distanza tra lei e il grande trono al centro di questa immensa sala. Giunta ai piedi del trono sul quale non vi era seduto nessuno, disse:

Sono qui per mostrarti la perla del mio cuore.

Mostramela!

E la donna alzò la mano mostrando la sua candida perla.

Sei stata coraggiosa a scendere sino a quaggiù donna.

Non avevo scelta! Senza l’anima, la vita non è vita.

Ora rispetterai il patto? Oppure era solo una trappola? Conosco la tua infida natura, tu sei il diavolo.

Non era una trappola. Io però non posso liberare la tua anima! La tua anima può essere liberarla solo dal suo stesso aguzzino e carceriere!

Lo sapevo, ecco l’inganno!

Urlò la donna colta da profonda ira e disgusto.

Dov’è, dimmelo lo implorerò di liberarla!

L’aguzzino della tua anima è più vicino di quanto tu creda.

Rispose la voce.

Dov’è? Disse la donna girandosi intorno per cercarlo.

Sei tu stessa donna l’aguzzina e carceriera della tua anima. E la perla che mi hai portato è la chiave per liberarla.

La donna si guardò attorno con occhi diversi, come se improvvisamente fosse calato un velo, e riconobbe in quella grande sala la mano dell’uomo. Il tutto era stato Costruito per incutere timore, ingigantito per ingigantire le paure. E vide sotto il grande e Vuoto trono, la sua anima impaurita come bambina terrorizzata. Presa da una rabbia incontrollabile corse verso il trono gigante scaraventandolo in terra, e prendendo tra le braccia la sua anima.

Quel tempio maledetto l’aveva tenuta prigioniera per troppo tempo e nell’uscire prese a distruggere ogni cosa lampade e suppettili.

MALEDETTI UOMINI, IGNORANTI, CIECHI, MALEDETTI

La voce la interruppe dicendo:

Non maledire il costruito del passato, il fatto andrà disfatto ma non rinnegato è la terra che vi ha dato dimora, siete ciò che siete, grazie a quello che eravate, ringrazia piuttosto il pregresso.

Ora ascolta queste frasi:

Ti faccio mangiare dal lupo!

Attento che ora viene l’uomo nero!

Non uscire che ti prendono i ladri!

Fuori alla porta c’è il mostro!

Cosa vuoi dire voce?

Vorrei farti capire che gli spauracchi sono necessari quando vuoi proteggere i bambini, loro sono inconsapevoli, inesperti, innocenti, e la paura indotta è un mezzo per proteggerli dalle loro stesse azioni, così come era inconsapevole l’umanità ai suoi primordi, e fu lo stesso spirito maturo di questo grande essere che vi guida verso la luce, a creare lo spauracchio del diavolo per proteggervi dalle vostre stesse azioni.
Ma oggi, il discorso cambia niente sarà tenuto nascosto sotto al moggio tutto verrà alla luce della verità.

La donna stringeva tra le braccia la sua anima e prese a rifiorire lentamente, nel comprendere che il tempo del terrore che la stessa mano d’uomo aveva edificato, era servito affinché l’umanità potesse superare con successo il suoi primordi, quando nella cecità dell’incomprensione rischiava di autodistruggersi, per questo fu necessario limitare le sue azioni inconsulte, i suoi picchi di ira, la sua natura animale necessitava di gabbie per superare incolume la notte e giungere alla luce della comprensione.

Ma ora che il cuore aveva incominciato a parlare agli uomini, era giunto il tempo di distruggere gli altari. La donna risalì la scalinata ormai la notte era lontana e la luce del sole illuminava ogni cosa, e fu in quella luce che prese a parlare.



Se questa favola ti è piaciuta leggi anche:

Il diavolo un angelo in missione

Nessun commento: