giovedì 13 novembre 2008

Una magnifica pratolina - Favola

Una magnifica pratolina

Il tuo errore è proprio in questo,
non hai saputo valutare chi ti valutava,
e ti sei sopravvalutata.

Mi trovi bella?

Chiese un fiore ad una coloratissima farfalla, la quale dopo averlo bene osservato disse:

Sei un magnifico fiore.

Ma al fiore non furono sufficienti le parole della farfalla, e continuò a fare la stessa domanda a chiunque le passasse vicino. Passò di lì un colibrì vezzoso, il fiore lo scorse ed immediatamente gli chiese:

Mi trovi bella?

Il colibrì che aveva la visione dall’alto delle cose, cercò di capire da dove provenisse la flebile vocina che aveva a stento percepito, ma non vi riuscì nonostante i suoi sforzi e riprese il volo.
La delusione per il fiore fu grandissima, aveva bisogno di specchiarsi negli occhi degli altri per alimentare nel quotidiano la sua autostima. Quel fiore non possedeva ancora la dimensione del proprio essere, e continuò a cercare instancabilmente ora dopo ora, giorno dopo giorno attraverso tutti gli elementi della natura se stesso. Passò di lì una colonia di formiche, e il fiore ci intravide una ghiotta occasione per saziare la propria fame di certezze, e disse:

Mi trovate bella?

Le formiche che avevano invece la visione dal basso delle cose, alzarono il capo e videro l’alto stelo del fiore e i suoi vivaci colori, e restandone estasiate dissero:

Fiore sei spettacolare, meraviglioso, immenso, divino!

Il fiore esultò dalla gioia, a quella risposta e prese ad impettirsi sempre più pensando:

Se le formiche che sono tante hanno detto che sono spettacolare, meraviglioso, immenso, divino, deve essere vero, che importa se uno stupido colibrì non mi ha neppure degnato di uno sguardo.

Nella bilancia del suo cuore ebbero più peso le parole delle formiche, che l’indifferenza del colibrì, il fiore non sapeva che la sua bilancia interiore era tarata male.

Giunse infine un giorno molto speciale per l’intero prato, la figlia del re andava in sposa, ed il sovrano per la lieta occasione, aveva ordinato al proprio giardiniere di raccogliere i fiori più belli del suo giardino, per farne il bouchet.

Sarebbe stato davvero un grande onore, per i fiori del giardino appartenere al bouchet della principessa, e tutti cullavano la speranza d’essere scelti.

Ma il giardiniere preso da tanta beltà e profumi, non riuscì a scegliere e nel veder gironzolare una colorata farfalla lì nei pressi, disse:

Meravigliosa creatura è risaputo che ai vostri occhi, i fiori più belli appaiano nella loro intera e lucente natura. Potresti aiutarmi a non incorrere in errore, posati sui fiori che ritieni unici, e meritevoli d’appartenere al bouchet da sposa della principessa.

La farfalla si sentì onorata di tale compito, e non esitò un istante, prese a volare in tutto il giardino seguita dal giardiniere e ovunque lei si posò il giardiniere raccolse fiore.
Il cestino fu riempito in pochissimo tempo e il giardiniere tornò al castello felice, ma non appena fu andato via, una voce disse:

Tutta colpa tua farfalla!

La farfalla volò laddove proveniva la voce dicendo:

Colpa mia?Colpa mia di cosa fiore?

Ti sei posata su tanti fiori e su di me no!!!

La farfalla ora aveva capito, il fiore era risentito per non essere stato scelto.

Eppure avevi detto che ero un magnifico fiore!!!

Aggiunse esplodendo in lacrime.

Si l’ho detto, ed è vero mia cara, tu sei un magnifico fiore, ma sei una pratolina, un fiore non adatto al bouchet di una sposa, sei un semplice fiore di campo.

Io ti ho ben osservata durante questo tempo, tu hai continuato a chiedere a tutti gli abitanti del prato se ti trovavano bella, perché in te non era ancora nata la consapevolezza del tuo essere, ma nel cercarti come era giusto fare, hai commesso un grande ingenuità, non hai tenuto conto di chi era a farti i complimenti.

Ti sei affidata al giudizio delle formiche, che seppur alacri lavoratrici, ed esempio di infaticabilità e organizzazione, sono pur sempre esserini piccoli, era logico che ai loro occhi tu apparissi immensa e meravigliosa. Il tuo errore è proprio in questo non hai saputo valutare chi ti valutava, e ti sei sopravvalutata.
Il tuo cuore deve essere bilanciere di giustizia e non cieco e sordo giudice, osserverai con gli occhi, capirai con la mente, ma ascolterai col cuore, impara a muoverti attraverso l’armonico ascolto e nel comprendere il prossimo, nel valutarne la sua grandezza e la sua piccolezza, che avrai trovato la dimensione del tuo essere.

Farfalla ma allora io cosa sono?

Tu sei la luce che appare all’orizzonte del mare, tu sei l’aurora del mattino, tu sei un cuore che palpita in cuore, tu sei una magnifica pratolina, costruisciti e quel giorno non avrai più fame di certezze, perché ti sarai trovata.

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