martedì 5 agosto 2008

Il giardino delle Anime

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del libro: Le Favole dell’Anima



Il giardino delle Anime


Il giardino delle Anime

Arato il campo, una nuova semina avveniva e questo ciclo si ripeteva sin dall’inizio dei tempi.

La mano prese dalla sacca una grossa manciata di semi, ed incominciò a spargerli con generosità in terra, provvide poi ad accendere il Sole affinché li riscaldasse, la Luna perché nel buio li confortasse, e le Stelle perché fossero loro di esempio.

Chiamò poi il vento e la pioggia, dicendo:

Accorrete, non si armeranno di intenti se non sentiranno fermenti, voi sarete i miei strumenti.

I semi morbidamente cullati dalla terra, riscaldati dal Sole e dissetati dalle piogge, presero a germogliare rapidamente, tra loro germogli di rose, di margherite, di girasoli, di gigli, ma anche tanta gramigna, tutte le creature erano ignare della loro profonda natura, ma tutte ugualmente legate alla vita.

La mano aveva semplicemente attinto dalla sacca i semi raccolti dalla precedente generazione umana, perché non passava generazione senza che avesse depositato alla vita nuovi semi.

E da quei semi che si ripartiva ogni volta e sempre si sarebbe ripartiti da lì, sino a quando la vita non fosse giunta, dove era attesa, al mare della conoscenza condivisa, al fulcro dell’Amore unico.

Un altro giro, un altro avvicinamento alla meta. La vita aveva a cuore ogni creatura del suo immenso giardino e per ognuno di essi possedeva la giusta coltura, ma non tutti i semi sarebbero giunti a far sbocciare il loro fiore.

Ogni fiore giunto era luce per il mondo.

In questo prato variegato così come aveva voluto il creato, la rosa si opponeva alle sue spine, la margherita alla sua semplicità, il giglio si addormentava nella sua fede, e così facendo fallivano miseramente la loro missione.

Nell’armoniosa culla che era il vivere, ogni cosa cantava la stessa canzone, ogni pietra sussurrava la stessa legge, ogni stella brillava nell’indicare la stessa via e tutto armonicamente preparava la Vita alla sua festa.

I semi avevano occhi e orecchie aperte, ma il cammino era lungo e faticoso ed i venti e le piogge non rendevano agevole il cammino, a rendere ancora più difficile la missione ci si metteva anche la gramigna che cresceva rapidamente, innescando dubbi e malefiche inversioni di cammino, laddove riusciva a metter radice.

Ma anche la gramigna apparteneva al vivere, era il suo scarto.

Una rosa era fiorita in questo immenso giardino e dall’alto del suo stelo osservava il mutare delle cose, e nel dare realizzo alla sua natura inebriava profumando, ma nel vedere la gramigna diffondere alla vita il suo maleodorante lezzo… con occhi tristi e voce risentita disse a Dio:

“Ma tu esisti?”

Il prato e il cielo mutarono di colore, come se le onde di un mare scuro vi passassero attraverso e una voce potente prese a provenire da ogni cosa, dal suo stesso cuore, dalla terra, dal cielo, dalle pietre, dai semi, da tutto.

Figlia io Sono!

La rosa restò impietrita nell’ascoltare quelle parole.

E la voce continuò:

Io Sono in ogni cosa.

I colori del prato continuavano a mutare, tutto le appariva come carezzato da un solo vento potente e scuro.

Non mi piace il colore con cui carezzi la vita.

Rispose la rosa con grande timore, quella voce era dentro di lei parlava attraverso il suo cuore, ogni cosa il cielo, la terra, persino i piccoli sassi che le erano vicini, erano mille voci ma una sola voce.

La Vita è sentiero che a se stessa conduce.

Non sono io a colorare la vita, ma è la stessa vita che si dipinge. Genererete amore e perfezionerete il cammino che vi è stato dato. Le piccole vite che si susseguiranno in questo lungo processo, sono i militanti di una battaglia che è già vinta, ma che ha bisogno di tempo per completare il suo cammino.

La vita è un fiume che giungerà al mare.

Sarete voi attraverso i vostri passi a rendere la vita la vostra culla e non una barca in balia del nulla.

Voi uomini di buon senso che avrete cercato attraverso la cecità dell’essere, troverete il cammino comune che vi unirà in gioia, la mano che ora dipinge la vita è la vostra, cambiate le tinte, cambiate il pennello, cambiate prima e soprattutto i vostri cuori, non fate marcire il vostro seme.

Ogni uomo è un seme che riposa, lasciatevi guidare dai maestri della vita, in ogni cammino cercherete il vostro cammino, interrogatevi e chiedetevi dove andare e saprete dove andare, in ogni cuore la risposta, cercatela.

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…” (Lc 11,9),

..ma voi dovrete chiedere!

Perché il creato è vostro alleato, per ogni creatura userà la giusta coltura.

La rosa era profondamente colpita e mentre le sue lacrime bagnavano il cuore della terra , continuava a guardare con dolore la gramigna diffondere confusione e disarmonia, e la voce riecheggiò in ogni cosa, persino attraverso la stessa gramigna:

E’ ciò che non si conserva!

Alla fine la Vita sarà Amore. Il giusto contadino sa che per ottenere un buon pane, dovrà prima setacciare il raccolto e ripulirlo da quel che grano non è, e solo dopo potrà macinarlo farne farina e impastare il pane, allo stesso modo ogni generazione verrà setacciata per dare ciclo dopo ciclo un raccolto sempre più pulito, e quando la mano raccoglierà da quel sacco solo semi di fiori sarete giunti a destinazione, ed insieme sarete un essere unico che viaggia sulle ali dell’amore. Abbiate fiducia niente sarà lasciato al caso, il caso è un abito per i vostri occhi increduli.

Più fiori sbocceranno alla vita è più la vita sarà vicina a se stessa.

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