domenica 17 agosto 2008

La Montagna

La Montagna

Quante cose non capisco!

Disse una montagna alla sua candida nuvola che libera volava su nel cielo.

Quante cose vorrei conoscere e mi rendo conto di non sapere, l’albero conosce dei venti la brezza e spesso al suo soffio si accarezza, il fiore alla luce del sole si trastulla e sente nel suo cor di non desiderar nulla, la talpa della terra han conosciuto il cuore, è lì nel suo ventre lo sai nessuno davvero muore, le rondini migrano nei cieli del mondo è di mille e più colori sanno acceder i loro cuori, ma io sono una montagna, non conosco danza e della luce non potrò mai saziarmi abbastanza, nessuna culla ha mai accolto il mio passo. Io sono una montagna non posso attingere dai colori del mondo per colorare il mio cuore, io sono una montagna tutto quel che ho è in me, e viene dal mio fermento interiore.

Cara montagna, quanti fiori hanno conosciuto i miei occhi e quante talpe ha visto il mondo, meravigliose certo, ma di montagne credimi c’è ne vorrebbero di più, sono il rifugio del mondo sono la luce che non conosce tramonto.

Tu puoi carezzare il cielo!

Ma io vedo e ascolto cose che non conosco, e che forse dovrei sapere!

La conoscenza è una strada per raggiungersi - disse la nuvola - tu oggi sei, non conta come ti sia raggiunta, oggi possiedi corpo e dimensione non chiederti altro, oggi che sei Amore.

La montagna ascoltò con devozione le parole della nuvola, e riprese ad intonare il suo alto canto, ma di tanto in tanto con lo sguardo carezzava le morbide chiome degli alberi, e vestiva la sua memoria degli sgargianti colori dei fiori, perché la montagna sapeva bene che nessuno era qualcuno senza gli altri, che nessuno era migliore degli altri, e che nella vita tutto era ugualmente “essenziale”.

Di tanto quando le rondini volavano nei pressi delle sua cima per renderle omaggio, e la montagna creava giacigli per offrire loro riposo e sosta, si carezzavano a vicenda ma mai nessuna rondine era rimasta in quel luogo, sino al giorno in cui una rondine disse:

Montagna posso restare qui con te?

La montagna guardò stupita la rondine e poi spostò lo sguardo alla sua candida nuvola, legame costante con il cielo.

Che devo fare, glielo devo concedere? Io sono preoccupata per lei non voglio limitare il suo volo!

La nuvola sorrise, avrà tanto da imparare cara montagna lasciala pure volarti intorno e come lei tante altre rondini troveranno rifugio in te, tu sei una montagna e come tale stai solo assicurando rifugio e certezze alla vita che tanto ami, concediti.

La montagna attraverso l’alta visione della nuvola, preparò mille giacigli per accogliere le rondini del mondo e garantire loro sicurezza e sostegno, e tante scelsero di restare, con loro giunsero farfalle, talpe, orsi, e persino luminosi aironi.

La vita è dipinto che cela dipinto, le rondini non sono rondini, i fiori non sono fiori e le montagne non sono montagne, la vita è cuore che copre cuore, la vita è amore che affonda radici nella diversità, solo quando nel diverso avremo riconosciuto il legame indissolubile che ci rendere fili di una stessa trama, avremo compreso quanto la vita ci ama.

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