mercoledì 15 ottobre 2008

La gallina saccente - Favola

La gallina saccente

Un cuore d’oro è già per se stesso un tesoro.

Disse il saggio corvo a una gremita comunità, riunita come ogni giorno ad ascoltare le sue perle di saggezza, mentre una gallina spiona, ascoltava e come sempre riportava nel suo pollaio:

Un gran tesoro, vi è in un cuore d’oro.

Disse l’arrogante gallina al suo popolo, ma il reato sarebbe stato meno grave se avesse confessato che non erano sue quelle parole, invece di prendersi tutto il merito.

Grazie a questo suo inganno nel pollaio si era diffusa un errata nomea, che fosse saggia e giusta anche se i suoi modi scorbutici non riflettevano per nulla la sua saggezza.

Il corvo ben conosceva la fama della gallina in questione e con lui anche tutto il suo popolo, quella gallina per natura assomigliava molto più ad un pappagallo che a se stessa, ma forse nel chiamarla pappagallo si rischiava di farle un complimento.

E giunse un altro giorno e il corvo riprese a parlare alla sua comunità di cui era la guida spirituale:

Non c’è oro, in chi dell’ascolto non fa tesoro.

Sperava con quelle parole di fare breccia nel suo cuore di corteccia. La gallina era come ogni giorno appollaiata, fintamente distratta nel lisciarsi lo scialbo piumaggio, ascoltò, non capì e fuggì.

Tesoro non vi è, laddove ascolto non c’è.

Disse, applausi e meriti, dove merito non vi era,furono attribuiti a quella gallina vezzosa e leziosa. Acclamata come non lo era mai stata, prese a sentirsi una diva e dentro di lei crebbe saccenza senza licenza.

Il corvo era stanco di questo suo continuo copiare e imbrogliare, e alla gallina una lezione volle dare col unanime consenso popolare, e di nuovo la sua saggezza prese a veicolare, ma nelle sue parole ci intrise il male:

Il prossimo non lodo nel suo cor risiede un chiodo.

La gallina carpì le prime parole del maestro, che con premeditazione non aveva completato la frase, conosceva ormai talmente bene le sue abitudini che seppe usarle a suo favore. La gallina così come il corvo aveva previsto, corse immediatamente verso il pollaio, eccitata dalla nuova frase, che avrebbe spacciata per sua, e fu in quel momento che il corvo potè completare il suo dire:

Un chiodo da estirpare, perché in ogni vita esiste il bene e il male.

Come sempre il corvo fu colmato di applausi, la sua saggezza era cosa risaputa, consolidata anche dalle sue regole di vita, le parole del corvo trovavano sempre riscontro nei suoi atteggiamenti, nella sua disponibilità e nella sua gentilezza verso il prossimo. Quel corvo era davvero un riferimento per la sua piccola comunità.

La gallina tornò nel pollaio, si era fatta cucire una tunica nera come quella dei saccenti maestri del passato, ordinò il silenzio, salì sul pulpito interamente rivestito d’oro, schiarì la sua roca voce e poi disse:

Non vi lodo, voi siete un chiodo.

Il sorriso che sino a quel momento aveva dipinto i volti del suo pubblico in attesa delle solite perle, si spensero all’unisono, e la gallina si rese conto d’aver fatto qualche gaff, ma se di gaff si trattava doveva essere davvero grave. Immediatamente una nuvola di insulti s’innalzò dal pubblico, che non ebbe la bontà di attendere che la gallina si giustificasse, perché la stessa nel vivere non si era conquistata il rispetto di nessuno, aveva modi burberi e manie di grandezza, e solo in quelle parole rubate aveva trovato fortezza.

La raccolta dei pomodori era passata da un mesetto e la comunità di corvi, gente sempre previdente ed intraprendente, ne aveva conservato gli scarti, cioè pomodori marci e un po’ toccati per un occasione speciale, ebbene quella occasione era giunta. I pomodori furono distribuiti al pubblico inferocito ed in pochi attimi la gallina saccente fu completamente coperta da una poltiglia di pomodori puzzolenti.

E fu in quel momento che il corvo senza salir sul pulpito disse:

La vita insegna, non basta proferir parola, per aver nella vita la gloria. Le parole dette dovrann aver provenienze certe, e che il tuo dire e fare sia lo specchio del tuo tanto parlare, perché se d’oro nel parlar ti vesti, i tuoi abiti non dovrai mai esser funesti. Un gran tesoro è dove il cuore è d’oro, ma non vi è oro in chi dell’ascolto non saprà far tesoro.

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