domenica 2 novembre 2008

"E' l'anima che parla..." - Favola


“E’ l’Anima che parla…”


Il tempo è maturo!

Disse un faro a una cangurina.

Non sapevo che i fari parlassero.

Disse la cangurina sorpresa.

A dire la verità nel mondo neppure i canguri parlano.

Rispose il Faro e aggiunse:

Ma questo non è il mondo reale, è il mondo della fantasia dove ogni cosa può prendere la parola, è l’anima che parla attraverso la simbologia degli elementi.
Intendi?

Certo che intendo.

Disse la cangurina.

Del resto se sono un canguro è perché oggi mi faceva piacere indossare questa mise, oggi invece tu sei un Faro, ieri eri il sole ed io una bambina, insomma siamo sempre io e te, i trasformisti di queste storie. Ma credi che prima o poi “la fantasia” finirà, o avremo sempre tante cose da dirci?

Il faro sorrise:

Ma lo sai che sei un canguro simpatico.

Lo so, lo so me lo dicono tutti. Guarda che salti alti faccio?

E il canguro prese a saltare sempre più in alto e il faro sorrideva nel cuore.

Senti cangurina…vorrei affidarti un pensiero.

Un altro? Ne ho già tanti, vabbè fra tanti mettiamoci anche questo ho sulla pancia una sacca capiente.

Vedi io non possiedo mani, ma la luce del mio cuore sta incominciando a spegnersi, vuoi aiutarmi a riaccenderla? Senza la mia luce i viandanti di questo grande mare, viaggerebbero nel buio, e tu sai il mare quanti pericoli nasconde, io sono la luce che li guiderà sino alla riva, al sicuro.

Ma certo faro che ti aiuto, cosa posso fare!

Se durante i tuoi saltelli, riuscissi a prendere qualche stella dal cielo, io faccio luce grazie alla loro luce.

Disse il faro.

Ma scherzi? Quante stelle vuoi? Te le prendo tutte!

La cangurina fece per alzare il capo al cielo e vide che le stelle erano rare, rarissime e s’intristì, colta da profondo dolore, tornò al faro con le lacrime nel cuore.

Faro mi spiace, di stelle in cielo non c’è ne sono, sono dispiaciuta, come faremo ad aiutare i viandanti del mare senza stelle?

Ma il faro non sembrava triste come la cangurina, e disse:

Non è che non c’è ne sono, il problema è che non sanno d’essere stelle e pertanto restano ancorate alla loro cecità, brancolano nel buio del loro sonno.

Allora le dovremmo prima risvegliare queste stelle addormentate e poi potrei portartele, ma come?

Facile?

Rispose il faro.

Semplicemente dormono, tu svegliale!

Il canguro prese a ridere, senza freno.

Ho capito cosa fare, mica ti dispiace se indosso un’altra veste per l’occasione?

Ma che dici fa pure?

Rispose il faro con ilarità.

E il canguro si vestì con un abito rumorosissimo, e due enormi campane a festa che presero a suonare per tutto il mondo. Era difficile non ascoltarla, talmente tanto era il frastuono. Le stelle addormentate si destarono a quel suono, riconoscendosi luce. E quando furono tutte salite al cielo, il faro della vita ebbe di nuovo il cuore pregno di luce per illuminare la rotta ai viandanti del mare.

Faro?

Si cangurina!

Abbiamo fatto un’altra storia a lieto fine.

Tu la chiami storia? Io sento solo delle campane che suonano a festa.

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