martedì 18 novembre 2008

La Guerra dei Pensieri - Favola

La Guerra dei Pensieri


Ci sono strade che non hai ancora intraprese?

Non saprei!

Rispose il Piede alla Testa e aggiunse:

Ma Testa sei tu che dirigi il passo, perché chiedi a me?

Chiedo a te perché io testa sono dimora di pensieri ed è da troppo tempo che sono governata da pensieri bui.

Capisco, ma guarda cara Testa che anche io ho i miei crucci, a me non si chiamano pensieri, ma vescicole, calli, e chi più ne ha, più ne metta.

Si piede ma per lo meno voi siete in due io sono sola.

In due dici? Non scherzare proprio chi la conosce quella pazza, per fortuna che sei tu che ci comandi altrimenti avremmo fatto a capelli ogni minuto e quarto d’ora.

Capisco disse la testa mentre cercava uno spiraglio di luce per far sorridere i suoi pensieri.

Visto che i piedi erano in rotta di collisione, non conveniva alla testa indugiare oltre nelle chiacchiere, avrebbe aggiunto altri pensieri ai suoi, e la sua Testa era già troppo affollata.

E fu per questo motivo che puntò l’attenzione sulle Mani, che erano intente sulla tastiera a scrivere la favola che ora state leggendo.

Scusate mani?

Si prego? Scusa se continuiamo a scrivere non possiamo perdere neppure un pensiero.

E perché non potete perdere un pensiero?

Perché? Chiedi?

Le due mani si guardarono l’una l’altra e dissero all’unisono:

Testa ma sei tu che pensi, noi siamo solo le esecutrici materiali, chiedi piuttosto ai tuoi pensieri perché non possiamo perdere un pensiero.

La testa trovava porte chiuse ovunque, e allora andò a trovare lo stomaco dicendo:

Caro, potrei rivolgerti una domanda?

Certo capo!

Rispose lo stomaco.

Avrei potuto risponderti sono tutto orecchie, ma sono sicuro che le signorine lassù, che ti appartengono tanto strettamente avrebbero avuto da dire la loro.

Stomaco se io ti chiedessi, indicami la strada da intraprendere, tu sapresti farlo? Sai sono attualmente disabilitata alle decisioni ho nella Testa solo pensieri bui.

Capisco il dilemma capo, certo che saprei indicarti la via.

Io direi trasferiamoci direttamente in un pizzeria paninoteca e li trascorriamo il resto dei nostri giorni.

Ma sei impazzito????

S’intromise improvvisamente il Colesterolo, tu vuoi proprio la fine di questo corpo, non te lo permetterò!!!

Calma, calma!

Disse la Testa cercando di riportare un po’ di buon senso, anche lì aveva trovato la guerra e decise di cercare altrove.

E fu così che decise di bussare alla porta del Cuore:

Buongiorno Cuore, come va ho saputo che sei allettato da un bel po’.

Infatti il cuore era a letto, con il termometro in bocca e molto, molto afflitto.

Cosa ti succede?

Testa è da tempo che ogni volta che esco a prendere una boccata d’aria, sono aggredito da dei sicari che vogliono la mia morte.

Davvero???

Disse la Testa preoccupatissima.

Descrivimeli come sono?

Farò di più Testa io posso dirti il loro nome si chiamano Pensieri.

La Testa all’affermazione del Cuore ammalato, capì che doveva per forza di cose risolvere questa situazione, tutto il corpo era in subbuglio, solo lei poteva sciogliere questa matassa.

I Pensieri oscuri avevano ormai creato un baccanale all’interno della Testa:

Vuoi vedere che non le faccio più vedere il futuro? Guarda ora mi trasformo nel pensiero della vecchiaia?

Io posso completamente metterla in ginocchio, vuoi vedere?

Diceva un pensiero all’altro nell’intento di portare alla distruzione il corpo.

Eccomi trasformato io sono il pensiero della morte. Strano ma come mai non crolla ancora?

Dissero stupiti i pensieri bui, eppure le avevano tentate tutte contro quel corpo, e fu allora che sopraggiunse una voce.

Non la metterete in ginocchio lei vivrà oltre i vostri meschini piani.

I pensieri rabbrividirono a quella voce, e spaventati dissero:

Testa ma eri tu a parlare?

No pensieri disse la Testa.

Ma allora erano i piedi, o forse le mani?

No risposero prima i piedi e poi le mani.

Allora di certo sarai stato tu cuore.

E il cuore nel togliersi il termometro da bocca disse:

Scherzate io non ho neppure la forza di respirare, figuratevi di parlare.

Ma allora chi ha parlato dissero i Pensieri sempre più preoccupati.

Ho parlato io, io sono l’Anima.

L’Anima????

Ripeterono in coro i Pensieri.

Ma tu non appartieni al mondo materiale tu vivi nel mondo dello spirito, perché metti bocca in cose che non ti riguardano?

Perché sono anni che attentate alla vita di questa donna, mostrandole ostacoli inesistenti, ansie, paure, l’avete resa prigioniera della sua stessa vita, ed oggi sono qui ad annunciarvi che avete perso.

Scherzi, non lo vedi l’ho quasi messa in ginocchio!

Si alzerà come si è rialzata sempre, e non grazie a voi ma grazie alla sua Testa.

La Testa?

Dissero i Pensieri ridendo:

Quella stupida fa quello che diciamo noi, ascolta attraverso le orecchie e vede attraverso gli occhi, ma noi sappiamo distorcerle ogni cosa, è il nostro mestiere e credimi siamo imbattibili.

Lo eravate sino a quando la Testa non ha incominciato a cercare una soluzione, la Testa vi vuole fuori di lì.

E quando ci caccia?

Dissero spavaldi i Pensieri.

E fu così che la Testa prese in mano le redini della sua vita e decise che non l’avrebbe data vinta ai pensieri bui, doveva dare vita a dei pensieri di luce.

Andò di nuovo dal cuore e rovistò nel suo vecchio cassettone dei sogni, e prese il sogno più prezioso quello che era stato accantonato da una vita, e lo rispolverò portandolo alla luce.

E il sogno prese a brillare immediatamente e da quel sogno mille pensieri di luce presero dimora nella testa.

Troppa luce!!!

Gridarono sconfitti i pensieri bui mentre fuggivano via, ma nell’uscire dal corpo materiale trovarono l’anima ad attenderli:

Benvenuti, quello non era il mio mondo ma questo in cui avete messo piede mi appartiene, per voi non c’è spazio neppure qui.

E fu così che i pensieri bui non avendo più una casa si dissolsero nell’aria di una bellissima primavera, che offrì il suo perenne giardino al passo felice di quel corpo.

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