venerdì 28 novembre 2008

l'ombra del gigante - L'ego-favola

L’ombra del Gigante

Spostati!

Disse un gigante all’altro.

Togliti davanti!

No togliti tu!

La lotta tra i giganti era iniziata e gli uomini neppure se ne erano accorti…

Un giorno un gigante che voleva primeggiare su tutti gli altri, prese a fare passi molto lunghi, senza tener conto del suo uomo.

“Del suo uomo? Vi starete chiedendo.”

Ogni gigante era l’ombra di un uomo sulla terra, e se i giganti litigavano, gli uomini litigavano, se amoreggiavano gli uomini amoreggiavano e se correvano gli uomini correvano.

E fu così che il piccolo uomo per seguire il suo gigante prese a correre nella vita, ma a correre talmente tanto che a un certo punto sopraffatto dalla stanchezza dovette fermarsi, e con lui si fermò anche il gigante.

Il gigante vide gli altri giganti avanzare, in questa forsennata corsa senza una vera meta, e prese a incitare il suo uomo dicendo:

Alzati!!! Stanno per raggiungerci dobbiamo arrivare per primi. Sei un buono a nulla, alzati e cammina, hai capito?

L’uomo che non sapeva di possedere un gigante, alzò il capo impaurito al sentire quella voce, e per la prima volta vide il suo gigante.

Ma tu chi sei?

Disse l’uomo spaventato.

Sono il tuo gigante!

Il mio gigante? Io possiedo un gigante?

No piccolo uomo, sono io gigante che possiedo un uomo!

L’uomo era spaventato e confuso e mentre guardava il suo gigante, una bambina si fermò al suo fianco dicendo:

Cavolo!!! Quanto è grande il tuo gigante!

L’uomo si girò speranzoso verso la creaturina dicendo:

Piccola ma allora anche tu lo vedi?

Si è immenso? Uno dei più grandi, gigantesco!

L’uomo guardò alle spalle della bambina cercando la sua gigantessa e nel non vederla disse:

Cara e la tua gigante?

Io non ho più un gigante.

Rispose la bambina.

Ma l’hai avuta?

Si ed era grandissima e fortissima, mi ha quasi uccisa. Vedi i nostri giganti nascono con noi, inizialmente sono piccoli, piccolissimi, ma poi sbagliamo a nutrirli e loro crescono, crescono a dismisura, sino a divenire padroni della nostra esistenza, ed è in quel momento che iniziamo a morire.

L’uomo era disperato come non lo era mai stato, e preso dallo sconforto si mise a piangere sulla spalla della bambina.

Aiutami, Aiutami…mi sta uccidendo, aiutami a sconfiggerlo o sarà la mia fine.

La bambina gli carezzò la testa dicendo:

Affamalo!

Cosa? Alzò rapidamente la testa l’uomo afflitto.

E come si fa ad affamare quel mostro?

Facile nel tuo cammino raccoglierai cibo per il cuore e non per l’ego, perché quel gigante è il tuo ego.

L’uomo guardò la bambina e negli occhi ci vide una saggezza antica quanto il mondo e guardandola sorpreso disse:

Tu non sei una bambina!

La piccola gli sorrise:

E’ vero non sono una bambina, affama il tuo ego, lui implorerà cibo per accrescere il suo arrivismo, lui ti chiederà acqua per calmare la sua sete di successo, ma tu gli offrirai cuore, cuore e ancora cuore…cuore a colazione, cuore a pranzo e cuore a cena. Affama il tuo gigante!

L’uomo alzò di nuovo gli occhi al cielo è vide il suo gigante nevrotico, scrutare l’orizzonte dicendo:

Preparati uomo dobbiamo correre, saremo i primi, i primi in tutto, la vita è una sfida infinita ed io ho intenzione di vincerle tutte. Ho fame!!! Muoviti cerca cibo per il tuo gigante!

L’uomo guardò negli occhi la bambina e poi disse:

Certo gigante, cuore a colazione, cuore a pranzo e cuore a cena.

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