domenica 2 novembre 2008

L'uomo che la vita pesa non conosce arresa - Favola

L’uomo che la vita pesa non conosce arresa

Raggiungere il frutto buono faceva la differenza.

Hai colto il frutto amaro, ed ora puoi saggiarne quello dolce.


Il frutto amaro ha ormai messo radice nel mio essere tutto, la Vita è un albero insano che produce veleno, dove potrei coglierne il frutto dolce?


La vita non è un albero insano, ma è un albero come gli altri, e produce sia i frutti sani che insani, sei tu uomo con la tua scelta che farai la differenza.

Vuoi dire pertanto che del dolore provato sarei stato io l’incauto autore, nell’aver raccolto con le mie mani il frutto insano?

Si hai ben compreso! La tua era una scelta cieca, durante la notte dell’ essere non si può scegliere. Ma ora che l’alba ti illumina, allunga la mano e cogli il frutto buono.

Sono ammalato, non riesco neppure ad alzare il braccio per cogliere il frutto, aspetterò che cada qualcosa dall’albero, io sono ai suoi piedi piegato dagli stenti, dal dolore e dalla fame, ma se la vita è giusta mi premierà.

Uomo quel che cade dall’albero della vita è solo lo scarto, se vuoi cogliere il frutto buono, sollevati e allunga la mano, sarà la tua volontà a fare la differenza e non la tua arresa. La vita è giusta, quando l’uomo con se stesso è onesto, riconosciti vita e si responsabile del tuo credo, alzati e serviti. La vita edifica nel sacrificio, sollevati e scegli il frutto buono, altrimenti resterai piegato ma soprattutto alla vita sarai per sempre ingrato.

L’uomo era avvelenato dall’aver mangiato solo frutti amari e dentro il suo cuore sentiva sfiducia, accasciato ai piedi del grande albero, non attendeva neanche più che i frutti gli cadessero in grembo, si era arreso, arreso al dolore.

Che fai lì accasciato uomo?

Attendo che la morte mi prenda la Vita mi ha deluso.

Capisco!

Disse un vecchio uomo coperto da una lunga e ampia tunica che camminava stanco e malato, aggrappato al suo bastone.

E tu vecchio uomo dove arranchi tanto malato?

Io? Cerco l’albero della vita, vado a cogliere il frutto buono.

Ma sei vecchio e malato non ti reggi neanche in piedi, perché non ti arrendi e ti riposi all’ombra di qualche altro albero.

Scherzi? Io ho camminato una vita per giungere alla mia alba, ed ora che scorgo la verità niente potrà fermarmi, devo arrivare all’albero della vita e coglierne il frutto buono.

Perché? Che senso ha, ora che la tua vita è quasi finita.

Ed improvvisamente vide sbucare da dietro la tunica del vecchio tre testoline:

Nonno ed ora dove si va? Tu vedi qualcosa, noi non vediamo niente!

Disse il più piccolo di tre creaturine, che attaccati alla tunica del nonno ne seguivano i passi.

Allora l’uomo accasciato sotto l’albero della vita capì perché l’uomo anziano e malato non si era arreso, e si rimise in piedi, in fondo lui era ancora giovane, avrebbe potuto aiutare gli altri, raggiungere il frutto buono faceva la differenza.

Guardò l’albero della vita e scelse il suo frutto buono, si voltò e vide il vecchio raccogliere lo stesso frutto dal proprio albero della vita, e banchettare del stesso con i suoi nipotini, e allora l’uomo stanco che aveva camminato una vita di dolore capì, che quel raggiungimento non era solo suo, ma una vittoria per tutti.
Sano e sazio tornò a camminare per la vita.

Non credere che il cammino compiuto sia solo a te di aiuto, la vita in te confida perché a te i suoi figli affida.

Non arrenderti raggiungi il tuo frutto buono e dai da mangiare ai tuoi figli.

L’uomo che davvero la vita pesa,
non conosce arresa
alla sua luce ha l’anima tesa.

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