giovedì 4 dicembre 2008

Senza Cuore - Favola

Senza Cuore


Un soldato che aveva combattuto mille guerre, sopravvissuto a profonde e dilanianti ferite, era giunto di fronte ad una croce di legno sopra la più alta montagna, e nel guardarla con grande dignità disse:

Dietro di me c’è chi non c’è l’ha fatta, avanti a me, ci sei tu Croce.

La croce era altissima e il soldato la guardava senza alcun fremito, improvvisamente la stessa si accese di una luce interiore, e prese a parlare:

Guarda!

E il soldato che non aveva mai distolto gli occhi dalla sua croce, disse:

Il mio sguardo non ti ha mai lasciato, croce di legno, dimmi cosa dovrei “vedere”.

Non guardare me, guarda dentro al tuo cuore, e vedrai che non porti più questa croce.

Il soldato rivolse lo sguardo al suo cuore e non trovandolo più nel petto, si rivolse rassegnato alla croce, dicendo:

Nel mio petto non trovo più il mio cuore, forse volevi farmi prendere coscienza di ciò? Sono senza cuore!

Il tuo cuore, era un impasto indivisibile di sangue e croci, nel combattere le tue croci hai combattuto anche il tuo cuore, nel superare l’abisso del dolore, hai superato anche le profumate praterie del sentimento, per sopravvivere al dolore delle croci hai rinunciato al respiro del tuo cuore.

Capisco!

Disse il soldato profondamente amareggiato.

Ho sbagliato tutto!

E con la mente prese a ripercorrere tutto il suo cammino, per capire dove aveva commesso l’errore, in che punto del suo cammino aveva preso il sentiero sbagliato, ma la croce lo fermò.

Non hai sbagliato! Il tuo cammino è stato quello giusto!

Quello giusto dici?

Ma un uomo senza il suo cuore che uomo è!

Ti piaceva così tanto essere quel tipo d’uomo?

Disse la croce. Il soldato, sorrise con rassegnazione.

Che scelta avevo, se non uomo, cosa?

Il sole sorgeva alle spalle della montagna illuminando di una luce aurea il creato e la luce della croce si confuse naturalmente all’alba nascente, sino a divenirne completamente parte, e quando gli occhi del soldato si furono abituati a quel bagliore, la sua croce non c’era più, e stavolta fu il Sole a parlare con la stessa voce:

Soldato ti restituisco il tuo cuore!

E fu proprio in quel preciso istante che dalla luce del Sole uscì una stella luminosissima, che volando leggera si depositò nel petto dell’uomo. Il quale dopo un iniziale contraccolpo si trovò proiettato nella vita immediatamente, oltre la montagna che lo aveva da sempre ostacoloto, oltre la croce che da sempre lo aveva dilaniato, e con occhi illuminati da una nuova luce, comprese che il buio della notte era la strada che portava al giorno, che il dolore la traccia da seguire, il fuoco che segnava il percorso.

Quel soldato era riuscito nella sua missione, e per testimoniare il suo successo ora aveva dinnanzi una vita, una vita di luce.

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