martedì 5 agosto 2008

La Carrozza dell'Amore

La Carrozza dell’Amore

Ci sono mezzi veloci per raggiungere mete che altrimenti sarebbero irraggiungibili.

Mezzi veloci?

Si carrozze che sanno far volar l’anima, e tu sei in una di quelle, non portare il timore in questo viaggio sarebbe un peso inutile, dai il via al tuo cocchiere e procedi nel tuo cammino, ricordi? Camminasti scalza per immensi spazi bui, trovasti poi le tue scarpe e il sollievo ti curò le profonde ferite, ma ora sei su una carrozza scortata e condotta.

Nemesi si voltò indietro a guardare e rivide, se stessa vestita da stracciona stanca e devastata, alzare una mano per salutarla, se stessa accarezzare un paio di scarpette sognate e sudate, e poi realizzò che era lei la meravigliosa creatura che era salita con eleganza su quella lussuosa carrozza.

Nemesi ora che il pregresso ha consolidato il pensiero del tuo presente, è giunto il momento di continuare il viaggio.

Ma tu chi sei , odo le tue parole ma non scorgo il tuo volto e neppure il tuo cuore, chi sei?

Chi sono tu lo sai da sempre, ma non osi confessartelo la tua umiltà te lo impedisce. Nemesi è giunto il tempo di partire, dai il via al tuo cocchiere.

Nemesi guardò l’uomo che stringeva le redini dei cavalli dicendo:

Buon uomo può anche partire.

Immediatamente la carrozza prese a muoversi, dapprima con movenze lente poi sempre più veloci, il terreno era disconnesso e Nemesi si sentiva sballottolare all’interno dell’abitacolo, ma immediatamente il suo ondeggiare divenne quasi impercettibile come se stessero scivolando su una seta. E Nemesi sorpresa chiese al suo cocchiere:

Buon uomo abbiamo intrapreso un sentiero meno disconnesso?

E fu la voce che le parlava da sempre a risponderle dicendo:

No Nemesi, non abbiamo intrapreso un sentiero, stiamo volando.

La donna fu doppiamente sorpresa nel realizzare che il suo cocchiere altro non era che la VOCE, e affacciandosi dal finestrino realizzò che stavano volando.

Sei sorpresa?

Aggiunse la voce.

Ma…ma…ma…

Nemesi non riusciva a concepire un pensiero, anzi ne aveva talmente tanti che le parole erano attaccate una all’altra senza riuscire ad uscirle dalla bocca. Decise di fermarsi un attimo sprofondando nel morbido schienale della carrozza, e quando ebbe ripreso il controllo della sua mente, disse:

Non capisco, ti prego fammi capire, è necessario che io sappia.

Nemesi il cammino compiuto ti ha innalzata oltre, ora ti saranno concessi gli onori che meriti.

Ti sto conducendo alla tua gloria, una festa meravigliosa ti attende.

Una festa per me? Per onorare me….?

Nemesi pianse tutte le lacrime che aveva nel cuore, era incredula e allo stesso tempo commossa nessuno l’aveva mai trattata con tanta reverenza. La carrozza si fermò morbidamente, e Nemesi si asciugò le lacrime non sapeva cosa o chi era lì ad attenderla.

Sei pronta Nemesi è giunto il momento.

Il cocchiere scese dalla carrozza, un brusio di voci riempiva l’aria di festa, e Nemesi sentiva voci, risate, mani che applaudivano, senza riuscire a trovare il coraggio d’affacciarsi dalla carrozza.

Ma la porta si spalancò lasciando entrare una luce meravigliosa all’interno dell’abitacolo e una mano nel fendere la luce si offrì a Nemesi per farla scendere. La donna accolse quella mano abbagliata dalla luce, scendendo con grande imbarazzo dalla carrozza.

Lentamente la luce divenne sostenibile e Nemesi vide, un lunghissimo tappeto rosso cosparso di fiori e tante persone che applaudivano sorridenti al suo cammino. La donna teneva stretta la mano al suo cocchiere per assicurarsi che continuasse ad esserle al fianco.

Non ti lascerò Nemesi ormai siamo insieme, puoi anche lasciarmi la mano, io camminerò con te ed in te per l’eternità.

Il tappeto congiungeva la carrozza ad un meraviglioso castello illuminato a festa, le grandi porte si schiusero al giungere di Nemesi, e la donna prese possesso di quella immensa dimora, che altro non era che il suo animo.

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