mercoledì 6 agosto 2008

La piccola grande mano - La favola fugata

La piccola grande mano - La favola fugata

Volevo proporre questa favola di preciso, pubblicata ad ottobre 2006, ad una amica speciale, che è sul bivio della vita, indecisa sullo scegliere tra la sua fede, e per fede non mi riferisco alla nostra tendenza religiosa, ma i moti vibrazionali dell’anima, e la vita materiale, ebbene questa favola mi aiutò tempo a dietro a fare la mia scelta.

Ma il caso ha voluto che nel cercarla notassi, che è stata usata da un altra persona, che l’ha spacciata per propria posizionandosi persino al secondo posto di un concorso letterario, ci sono rimasta male, perchè va anche bene che il mio dire venga pubblicato dappertutto senza che si riporti il nome, ma a firmarlo come proprio mi sembra davvero una cosa disdicevole.

Cleonice Parisi


La piccola grande mano

Voi siete come un enorme palazzo dalle finestre sbarrate, di tanto in tanto una finestra si spalancherà illuminandovi con la sua luce. Attendete quell’istante e fate che il vostro tempo non lo camuffi con abiti insensati. Attendete e sappiate riconoscerne l’importanza, perché da quel momento tutte le porte del vostro vivere si schiuderanno una ad una, ma ad aprirle non sarà stata la divina provvidenza, ma la vostra stessa mano, consapevole e cosciente della strada da percorrere.

Mano che fai appollaiata su quell’albero, scendi!

Disse il grande Sole che regnava incontrastato nell’immenso e azzurro cielo.

Non vedi la tua terra ti chiama.

Padre dei cieli sono stanca, avevi promesso sollievo a questa tua piccola mano, ed invece sono ancora qui a faticare, lasciami riposare su questo grande albero, cosa importa che io ci sia o no, non cambierà mica il mondo per una piccola e inutile mano.

Mano, ti sia nota una delle mie leggi, ogni elemento del vivere che sia esso piccolo ed apparentemente inutile o grande e apparentemente essenziale, e allo stesso modo parte integrante ed essenziale del grande disegno della vita, e tu piccola mano non sei diversa dagli altri.
Hai lavorato alacremente la tua grande terra, ti ho vista sudare nei campi ripulendone dalla sterpaglia ogni metro quadro, ti ho visto di notte arare una terra arida e dura come la roccia, e nell’alba della tua vita piantare i tuoi semi, ti ho visto raccogliere lacrime in grandi secchi di rame e dissetare l’avida terra, colmandola e mutandola in fertile composto, ed ora che hai tanto faticato attendevi la tua ricompensa ed essa non è ancora giunta.

E la mano:

Ti ricordi quando dicesti che per varcare questa soglia dovevo darti le mie speranze, ed io per fede rinunciai a sperare, ma sappi che non fu facile, allora credevo che le speranze fossero i buoi del mio carro, e mi ritrovai a trainare il peso dello stesso sulle spalle, e la fatica divenne insopportabile. Ma tu mi mostrasti un grande castello e dicesti quella sarà la tua dimora ed io ti credetti. Ma sino ad oggi io non ho un posto dove poggiare il capo.
Aspetterò il tramonto e la notte su questo alto ramo, ti prego dimentica il mio nome, non chiamarmi più, lasciami qui, ho fatto la mia scelta.

Mia figlia cara come il mi è caro il vivere, il tuo destino non è quello di lasciar scorrere il tuo tempo, tu sarai regina del tuo vivere, cavalcherai un indomito destriero che saprà aprire le sue ali per condurti un giorno sino a me, ma ora devi completare la tua missione.
Il dolore è lontano ed ora le porte del vivere si aprono al tuo passo, non temere altre tempeste, nessun tifone stavolta spazzerà via il tuo raccolto.

Ed ora guarda li tra i campi un piccolo fiore sta venendo alla luce, scendi ti accompagnerò a vederlo.

Non ci credo più.

Guarda bene.

La mano per il grande amore che sentiva per il sole, scese dall’albero e corse nella sua terra a vedere quell’unico fiore che stava nascendo, dopo anni di immane fatica.
Lo guardò era solo un germoglio sottile. Immediatamente corse in giro a prendere dei massi e un piccolo bastoncino di legno per sorreggerlo e vi si sedette al fianco.

E il sole disse:

Che fai non risali sull’albero?

E la mano rispose:

Padre della vita non posso lasciare questo piccolo e fragile fiore, crescere senza che io lo sostenga e lo accudisca.

Capisco disse il Sole con un immenso sorriso.

Alla luce del sole e con l’amorosa cura della mano, il piccolo germoglio divenne un fiore alto e bellissimo e quando un giorno si schiuse, dalla sua corolla presero il volo due meravigliose e coloratissime farfalle.
La mano sino ad allora non aveva più prestato attenzione al resto della sua terra, presa com’era dal veder crescere il suo piccolo fiore, e quando si voltò per seguire il volo delle due piccole farfalle vide che la sua grande terra era divenuta giardino.

E il Sole disse:

Mano hai lavorato alacremente, quell’albero sul quale un dì ti rifugiasti era la tua fede, ma nel viver non basta aver fede, bisogna lavorare affinché i sogni possano divenire realtà.

Sappiate seguire la retta via, quella che sazia sia la fame dell’anima che quella del corpo dando ad entrambe la stessa essenzialità.
Le altre vie non conducono al realizzo di una vita. Siete fatti di carne e spirito e pertanto dovrete provvedere ad elevarvi in entrambi i sensi, in errore è chi tende solo alla cura dell’anima e in errore é chi mira solo al benessere materiale, solo cercando in tutte e due i sensi potrete trovare l’unica strada che vi congiungerà al vivere.

In questa ricerca non esistono strade alternative o scorciatoie, ad ognuno è data la propria dimora ricca di finestre dalle quali affacciarsi per scorgere all’orizzonte il proprio vivere.

Voi siete come un enorme palazzo dalle finestre sbarrate, di tanto in tanto una finestra si spalancherà illuminandovi con la sua luce. Attendete quell’istante e fate che il vostro tempo non lo camuffi con abiti insensati. Attendete e sappiate riconoscerne l’importanza, perché da quel momento tutte le porte del vostro vivere si schiuderanno una ad una, ma ad aprirle non sarà stata la divina provvidenza, ma la vostra stessa mano, consapevole e cosciente della strada da percorrere. Quel giorno capirete di non essere proprietari di un grigio palazzo ma di una meravigliosa dimora ricca di luce.

Ogni uomo ha i mezzi per poter raggiungere la propria felicità, cerchi con la mano del cuore le vie che lo conducano all’amore, e tutte le finestre del vivere si schiuderanno al suo passare.

La mano era ormai grande e colma di gioia, le sue bellissime farfalle colorarono i cieli del mondo ed un giorno il sole la raccolse con tutta la sua immensa terra e ne fece una bellissima stella dei cieli.

Questa è la storia di una vita, il lieto fine è, sarà, chissà, chi vivrà vedrà.

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